A cura di Francesca Anzalone
Il personal branding oggi è necessario, come ulteriore tutela del brand, ma va gestito con lealtà, consapevolezza e responsabilità. Chi investe nel personal branding no, “non si è montato la testa”, ha semplicemente compreso un’ulteriore esigenza di tutela del brand e di ciò che il digitale rappresenta in termini di opportunità e rischi. La persona acquisisce un ruolo di rappresentanza e “incarna la rappresentazione di un sistema”, beneficiando di un’esposizione che, se da una parte aumenta esponenzialmente la visibilità, dall’altra la espone a rischi sempre maggiori.
Quando parliamo di personal brand spesso si dimentica che stiamo parlando della “personificazione del brand”, di un ruolo pubblico di rappresentanza dell’intera organizzazione. E con ciò, il rischio delle azioni e delle dichiarazioni ricade anche su quest’ultima. E con il web e le piattaforme social questo aspetto si è ulteriormente rafforzato. Brand e Personal Branding sono i due lati della stessa medaglia e devono concorrere vicendevolmente alla tutela.Il punto è che oggi l’immagine pubblica la si ha già attraverso un profilo social; una legittimazione a informarti su di me, a scoprire parte di me. Sta al “rappresentante” scegliere adeguatamente la “rappresentazione”. E questo non può più avvenire senza una forte consapevolezza e conoscenza dei media, del comportamento sociale (tra tendenze e avvenimenti) e dell’attualità (che cosa sta avvenendo a livello mediatico). Come per qualsiasi media serve dunque una programmazione, una revisione sulla coerenza, un tema da seguire, perché altrimenti il rischio è alto, se non altissimo. Tutto passa attraverso una lente e ciascuno si sofferma sul dettaglio che più “risuona”.
Molto spesso si dimentica che anche sulla bacheca di Facebook stiamo “dichiarando pubblicamente” un pensiero, un’idea, un’immagine che ricade sul brand. Si tratta di media sociali e dunque di esposizione mediatica diretta, senza filtri e senza mediazione. Sui social siamo “rappresentazione”. E prima di condividere un elenco di aspetti operativi, ci tengo a sottolineare un ulteriore elemento di attenzione: non fare personal branding digitale pensando di evitare i rischi, non significa non essere oggetto di conversazioni, commenti e riflessioni. Rappresenta piuttosto una mancanza, ovvero il non avere inserito quelle informazioni significative che caratterizzano e concorrono alla costruzione di una immagine articolata. E se questo fino a poco tempo fa valeva per il brand, oggi è altrettanto significativo per il personal branding.
Dobbiamo esserci con consapevolezza, responsabilità e lealtà per supportare il brand, rafforzandolo attraverso i valori, le azioni e i dati dichiarati. Il personal branding racconta l’impegno, il come viene fatto e spesso la passione con la quale si contribuisce alla crescita. Rappresenta, inoltre, l’aggiornamento costante, l’evoluzione e la visione, ma soprattutto l’opportunità di costruire empaticamente e in maniera significativa le relazioni necessarie alla crescita del brand. E questo lo possiamo raccontare attraverso la piattaforma LinedkIn, un riferimento efficace per farci conoscere per “chi siamo”, “cosa facciamo”, e, attraverso la condivisione di contenuti “per come lo facciamo” rafforzando anche quel chi siamo attraverso parole significative.
Iniziamo con LinkedIn, vi lascio con alcune tips:
· Partite con la piattaforma LinkedIn curando la foto profilo e la copertina: quest’ultima è un’opportunità di caratterizzazione e posizionamento. Le persone ricercando il vostro nome legato al brand troveranno immediatamente una risposta professionale;
· Inserite correttamente le informazioni relative a percorso formativo e esperienze professionali e non dimenticate di compilare tutti i campi, compresi le lingue parlate;
· Sfruttate le tre righe a disposizione che compariranno sotto al nome: caratterizzatevi il più possibile (chi siete e il vostro valore aggiunto);
· Inserite una presentazione articolata (about) che vi caratterizza e identifica attraverso valori e visione, rendetela coinvolgente pensando a chi vi leggerà (e non solo a cosa volete dire di voi);
· Sfruttate appieno l’opportunità di personalizzare la bacheca mettendo in evidenza ciò che più garantisce autorevolezza alla vostra immagine (spostate gli elementi e scegliete quali utilizzare);
· Ricordate gli strumenti di pubblicazione che avete a disposizione e che si stanno evolvendo costantemente;
· Costruite una rete di relazioni consapevole, dunque permettte a chi desidera seguirvi di fare “follow” e costruite una rete attraverso le connessioni.
Su LinkedIn mi trovate come @francescaanzalone