Si è chiusa nella serata di ieri la finestra di riapertura dei termini dell’offerta promossa da Fnac Darty e RUBY Equity Investment su Unieuro: il risultato (tecnicamente ancora provvisorio) porta il Gruppo acquirente al 91,1% del capitale di Unieuro.
Le procedure di delisting, ossia l’uscita della società dalla quotazione in Borsa, dovrebbero ora essere più veloci e meno complicate.
Enrique Martinez, Chief Executive Officer di Fnac Darty, ha dichiarato: “Fnac Darty è orgogliosa di aver raggiunto il 91,1% del capitale sociale di Unieuro al termine della riapertura dei termini dell’offerta. La procedura di sell-out potrà dunque essere avviata, con conseguente delisting di Unieuro. Questo importante successo rafforza la nostra convinzione che sia condivisa la nostra ambizione di costruire un leader nella vendita al dettaglio specializzata in Europa. In attesa delle autorizzazioni richieste dalla normativa, che prevedo arriveranno entro poche settimane, non vediamo l’ora di lavorare con i team di Unieuro per garantire una fluida integrazione e generare così valore per tutti i nostri azionisti, partner e clienti.”
Lo stesso Martinez, nella giornata di ieri, aveva rilasciato un’intervista al quotidiano Il Resto del Carlino, nella quale ha rassicurato che il brand Unieuro sarà mantenuto e valorizzato, che la sede principale dell’azienda rimarrà a Forli e che non dovrebbero esserci interventi sulle attività filantropiche del brand (come ad esempio l’iniziativa Cuori Connessi portata avanti in collaborazione con la Polizia).
Un po’ più ermetico, invece, Martinez lo è stato nei confronti degli attuali dirigenti di Unieuro e in particolar modo dell’amministatore delegato Giancarlo Nicosanti, la figura che si è opposta maggiormente all’operazione considerandola economicamente non congrua e che, secondo il foglio emiliano, non avrebbe conferito le azioni. Su questo il Ceo di Fnac Darty non si sbilancia, ma sembra più tiepido che in passato: “Il nostro approccio nei confronti del team di Unieuro è di natura amichevole. Come già detto, rispettiamo i loro risultati e i loro progetti. Parleremo con loro a tempo debito e valuteremo in che misura la governance debba essere adattata alla nuova situazione”.