I router di TP-Link potrebbero essere vietati negli Stati Uniti già dal prossimo anno. La notizia è stata riportata dall’edizione di ieri del Wall Street Journal. Il produttore di router con sede a Shenzhen sarebbe infatti sotto inchiesta da parte dei dipartimenti del Commercio, della Difesa e della Giustizia americani per presunti problemi di sicurezza e, addirittura, legami con gli attacchi informatici cinesi.
Alcune fonti hanno riferito al Wall Street Journal che i router TP-Link verrebbero regolarmente spediti con falle di sicurezza e che l’azienda avrebbe opposto resistenza nel collaborare con i ricercatori impegnati per la sicurezza nelle circostanze in cui tali falle vengono identificate.
A ottobre, Microsoft aveva pubblicato un’analisi nella quale era stato rivelato come i router TP-Link avessero rappresentato la maggior parte dei dispositivi compromessi in un attacco hacker cinese.
Ora l’indagine del Dipartimento del Commercio è in corso, insieme a indagini separate dei Dipartimenti della Difesa e della Giustizia.
“Come molti marchi di elettronica di consumo, i router di TP-Link Systems sono stati identificati come potenziali obiettivi per gli hacker. Tuttavia, non ci sono prove che suggeriscano che i nostri prodotti siano più vulnerabili di quelli di altri marchi”, ha dichiarato un portavoce di TP-Link Systems Inc.
L’autorevole portale americano CNET – rivolgendosi ai suoi lettori – ha sconsigliato, allo stato delle cose, di acquistare un router TP-Link, in attesa che le acque si chiariscano.
L’amministrazione Biden stava già valutando un’azione contro TP-Link in risposta a una serie di recenti attacchi informatici sostenuti dalla Cina, ma la decisione definitiva spetterebbe all’amministrazione Trump, che entrerà in carica a partire da gennaio. Nel 2019, Trump aveva emesso un ordine esecutivo che di fatto vietava alle aziende statunitensi di utilizzare apparecchiature di rete di Huawei, un’altra azienda cinese finita sotto accusa per problemi di sicurezza nazionale.
Il divieto di TP-Link colpirebbe milioni di utenti
Quando Huawei è stata bandita negli Stati Uniti, iscritta nella Entity List, quasi nessuno negli States utilizzava i suoi smartphone, molto diffusi invece in Europa. Lo stesso, oggi, non si può dei router TP-Link. Secondo il WSJ, i dispositivi del brand cinese rappresentano il 64,9% del mercato dei router installati negli Stati Uniti (solo per fare un confronto, gli iPhone hanno una quota di mercato del 53% negli States). L’azienda ha registrato una forte crescita durante la pandemia, prima della quale aveva solo il 20% di market share.
L’indagine sui prezzi
Un altro filone di indagine riguarda i prezzi con cui I router TP-Link sono venduti, spesso molto più economici rispetto ai concorrenti.
Il rapporto del Journal rileva che il Dipartimento di Giustizia sta indagando se i prezzi bassi violino una legge federale che proibisce i tentativi di monopolio vendendo prodotti a un prezzo inferiore a quello di produzione. Il portavoce di TP-Link ha nuovamente negato che l’azienda sia coinvolta in queste pratiche.
Oltre a essere la scelta favorita dei consumatori, TP-Link produce router per più di 300 provider Internet statunitensi.
La caduta di TP-Link e l’ascesa di Netgear
Intanto, l’indagine su TP-Link e i rischi a questa collegati, stanno favorendo un diretto concorrente di mercato: Netgear. Il titolo dell’azienda statunitense, primo competitor del produttore cinese di router ha guadagnato oltre il 16% negli ultimi due giorni.
È innegabile che un eventuale ban di TP-Link, avrebbe effetti a cascata sul business di Netgear e delle altre aziende del settore.