Honor cresce e annuncia Magic V3 in pre-ordine. L’intervista al direttore commerciale Pier Giorgio Furcas

È stato un anno vissuto intensamente quello di Honor con il lancio di numerosi nuovi prodotti, l’apertura di nuovi canali commerciali e una fitta attività tesa a far conoscere il brand. Pur in un mercato complesso che solo nelle ultime settimane ha dato qualche segnale di ripresa, Honor è riuscita ad accrescere la sua market share, con una proposta di qualità e tecnologicamente all’avanguardia. Proprio nella giornata di ieri, il produttore ha annunciato la disponibilità in pre-ordine del suo nuovo smartphone foldable, il Magic V3, che sarà lanciato ufficialmente a Ifa 2024.

Per conoscere in modo più approfondito andamento e strategie 2024 del brand di Shenzen vi proponiamo l’intervista realizzata a Pier Giorgio Furcas, Direttore Commerciale di Honor, circa due settimane fa.

Come sta procedendo il 2024 di Honor?

Direi bene. Sono soddisfatto. Proseguiamo sulla scia dello scorso anno e abbiamo già messo in cascina molto fieno nel primo semestre del 2024. Un’indicazione che il processo di crescita continua proprio come lo avevamo organizzato.

Avete lanciato parecchi prodotti, continuando a credere anche nel segmento foldable, nel quale siete presenti con Magic V2. Con quali risultati?

Il successo del Magic V2 è andato oltre a ogni più rosea previsione. Ovviamente credevamo molto in questo prodotto, ma il volume delle vendite si è rivelato del tutto inaspettato. Talmente inaspettato che il lancio è diventato una vera case history per tutto il nostro team e addirittura per l’headquarter cinese. E ne siamo veramente fieri. In più, quando anche i competitor rimangono stupiti a leggere certi numeri e palesano addirittura preoccupazione significa che abbiamo colpito nel segno. Abbiamo fatto un buon lavoro, dando la giusta importanza a un prodotto che la meritava e renendolo disponibile a un vasto pubblico e non solo a una nicchia. Questo ci ha aiutato molto ad avvicinare nuovi consumatori al brand.

Trattandosi di uno smartphone di fascia alta, ha quindi distribuito valore al retail…

Certamente sì, abbiamo anche distribuito valore, cosa importante, anche se poi è il numero di unità vendute che, per il retail, segna l’indice della pedonabilità. C’è una spasmodica ricerca di numeri che possano portare movimento all’interno dei punti vendita. La pedonabilità per un retailer è come la customer base per un operatore. È esattamente la stessa cosa.

Ora è in arrivo il MagicV3 che rappresenterà un argomento importante della campagna di Natale…

È stato lanciato in Cina, lo attendiamo in Europa. È un prodotto molto bello, un ulteriore sforzo tecnologico che dimostra la volontà di questa azienda di volersi continuamente superare. Guardando ai prodotti sul mercato, mi viene da dire che avremmo potuto tranquillamente andare avanti con l’eccellente Magic V2. E invece faremo un altro salto in avanti sia dal punto di vista del design sia da quello tech con un dispositivo ancora più sottile e leggero e con un comparto fotocamere nettamente migliorato rispetto al V2. C’è un interesse a far crescere il brand e ad attribuirgli un’identità importante.

Complessivamente è soddisfatto della gamma?

Sì, molto. Abbiamo una lineup fortemente spostata sopra i 200 euro, con i modelli Honor 200 tutti sopra i 300 euro. Non c’è una voragine di prezzo fra i flagship e gli altri dispositivi in gamma. Abbiamo una buona frammentazione di listino.

In un contesto complessivamente positivo, c’è qualcosa che si poteva fare meglio?

Mi aspettavo un risultato migliore dalla serie numerica 200. È partita molto bene, ma le nostre aspettative erano molto alte. Lavoreremo per dare anche a questi modelli il lustro che si meritano. Dovremo saper essere più incisivi.

A proposito di lavoro, quanto c’è da fare ancora sul brand?

C’è ancora tanto da fare ma ci sono segnali importanti. Le attività di trade-in, ad esempio, ci danno la possibilità di vedere la provenienza dei clienti e gli smartphone da cui i consumatori provengono. E ci siamo resi conto, ad esempio, che al Magic V2 si sono avvicinati clienti provenienti dal mondo Apple e dai foldable dei competitor, e non con modelli vecchi, ma con dispositivi di ultima generazione. È una bella indicazione che siamo sulla strada giusta. La qualità dei nostri prodotti aiuterà molto il lavoro che porteremo avanti sul brand.

È vero che il consumatore sta diventando sempre più infedele?

Non direi infedele. È più informato e più attento e sa di avere un’ampia scelta. Quindi sceglie. Per noi è un’opportunità non un problema. In un momento in cui il segmento non si espande e, quando va bene, genera i numeri dell’anno precedente, è fondamentale ritagliarsi uno spazio anche nella customer base dei concorrenti.

Ci sarà lo spazio per inserire in gamma anche il foldable a conchiglia?

Abbiamo lanciato da poco il Magic V Flip in Cina. Sarà un’importante area test, pur tenendo in considerazione la differenza fra il mercato asiatico e quello europeo. Valuteremo in maniera molto oculata se portarlo anche in Italia.

Come prosegue l’apertura dei canali retail?

Abbiamo iniziato a lavorare anche con i gruppi di acquisto e, da pochi giorni, è aperto il canale Amazon. Certo, c’è ancora tanto da fare. Siamo arrivati in corsa in un mercato non semplice e pieno di brand. Ma stiamo facendo bene e i risultati ci soddisfano. Lavoriamo per partnership. Mi piacciono le reciproche dichiarazioni di intenti. Non amo forzare alcun tipo di accordo.

Ha sempre preferito una politica commerciale che premiasse il valore e non la corsa sul prezzo. Quanto è difficile mantenerla in questo mercato?

È vero, la mia politica commerciale è sempre stata chiara, ma non può non fare i conti con i movimenti del mercato. Non andiamo mai all’attacco, ma se siamo attaccati ci difendiamo. Non saremo mai noi a fare la prima mossa, ma a volte è necessario rispondere e riposizionarsi.
Oggi ci sono alcuni smartphone con tagli di memoria da 8/256 GB a 129 o 139 euro. Honor con lo stesso prodotto vende a 199 euro.
Il prezzo che impostiamo deve dare un ritorno in sell-out sulla base delle quantità del forecast. Se il trend è in linea per ottenere quei numeri non c’è alcuna necessità di cambiare o aggredire. Ma quando la pressione esterna diventa troppo alta è necessario intervenire con dei correttivi.

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